Peppino Impastato

Il 9 maggio 1978 è una data che non si può dimenticare. Forse la giornata più triste della storia repubblicana. Aldo Moro, Peppino Impastato. Due storie diverse, ma accomunate dalla stessa tragica data e modelli straordinari di dialogo, di apertura, di impegno.

In vista di questa ricorrenza, durante l’ora di religione in 2A, il prof. Micelli si è soffermato su entrambe le figure, ma l’attenzione si è spostata gradualmente sul giovane Peppino, fatto saltare in aria perchè zitto non riusciva proprio a stare e da Radio Aut denunciava continuamente la corruzione della politica e i crimini della mafia locale.

Dopo la lezione, lo studente del 'Galilei' Giulio Pedota, appassionato di cantautorato italiano e straniero, mentre era in autobus sulla via del ritorno verso casa, ha composto il testo riportato di seguito: Lettera per Peppino, «Uno spiro di vento in mezzo al grano».

Il testo è stato subito condiviso sui social dal presidio di Libera Potenza il 6 maggio:

https://www.2343ec78a04c6ea9d80806345d31fd78-gdprlock/110083994466417/posts/143811254427024/?d=n

ed oggi é stato pubblicato anche su 'Il Mattino di Foggia':

https://www.ilmattinodifoggia.it/news/basilicata-free/54040/lettera-per-peppino-uno-spiro-di-vento-in-mezzo-al-grano.html

Lo stesso Giulio conduce ogni domenica una trasmissione radio su una radio svizzera e questa domenica nella puntata del suo programma "SIAMO TUTTI GIOVANI IN RADIO" su Radio One Five, ha parlato di mafia, del grande Peppino Impastato, e di questa giornata particolare...

Si chiamava Peppino
Uno spiro di vento in mezzo al grano
Uno striscio di sangue sulla strada
Il coraggio di un pescatore solo
In mezzo a onde adeguate
Schiavizzate da una corrente dolce
Sino a quando non entra dentro il petto
E diventa amara, si fa chiamare morte...

Si chiamava Peppino
Sulla schiena c'aveva chi l'ha costruito
Un Paese sedato
Confessioni e lebbre di Partito
Un balcone ornato a parietaria
Animali da boschi malnutriti
Con la fame a fargli da nemico
Tele vuote, con tante di cornici

Radio anarchia
Radio libertà
Peppino a quella gente
Che non pensa, che non sa...
Radio anarchia
Radio libertà
Radio contro la paura
La grande indifferenza
Ad una mano alzata
Dentro quella folla...

L'INDIFFERENZA È
UNA PISTOLA CAMUFFATA
CHE UCCIDE FIGLI E FIGLIE
SENZA MAI ESSERE IMPUGNATA...

Lo chiamavano Stato
O tegami di veri opportunisti
Con un pacco in mano
Ed un fiocco di falsi sacrifici
Una pioggia sorniona e bene accolta
Sopra quattro ombrelli mezzi buchi
Che annaffia un popolo nei banchi
E li fa diventare numeri muti

Lo chiamavano Stato
Oratore di diritti umani
E palude di rane senza testa
Schede bianche con segni di tempesta
Debellò le camice nere
Terrorismo incolto e senza aurore
Ora alleva una democrazia
Che si spaccia libera, col potere...

Radio anarchia
Radio libertà
Peppino a quella gente
Che non pensa, che non sa...
Radio anarchia
Radio libertà
Radio contro la paura
La grande indifferenza
Ad una mano alzata
Dentro quella folla...

L'INDIFFERENZA È
UNA PISTOLA CAMUFFATA
CHE UCCIDE FIGLI E FIGLIE
SENZA MAI ESSERE IMPUGNATA...

                                           Giulio Pedota

                                          Liceo scientifico 'Galilei'

                                                  Classe 2 A